Sclerosi sistemica:coinvolgimento gastro-intestinale e cardiaco
Prof. Francesco Indiveri, medicina Interna, Università di Genova
La Sclerodermia è una malattia sistemica che interessa
contemporaneamente più organi e apparati determinando situazioni cliniche
complesse la cui gestione richiede la capacità del medico di affrontare il
malato con l’ottica multidisciplinare tipica della Medicina Interna ed è
in ragione di ciò che io sono qui oggi a rappresentare la Società Italiana
di Medicina Interna che mi ha delegato.
Interessamento sistemico significa che la malattia si presenta con quadri
clinici complessi in cui i disturbi derivanti dal malfunzionamento di un
organo o un sistema si sommano e sovrappongono a quelli derivanti dalla
patologia di altri organi offrendoal medico un groviglio di sintomi e
manifestazioni patologiche di gestione difficile, abbiamo già sentito, da
chi mi ha preceduto, dei problemi renali, polmonari, articolari, cutanei
etc. il mio gruppo da qualche anno sta cercando di mettere a fuoco la
valutazione precoce delle complicanze polmonari partendo dalla osservazione
che mentre i dati anatomopatologici indicano un’incidenza del 70%-80%
quelli clinici sono molto meno rilevanti ad indicare l’esistenza di un
processo morboso poco espressivo e di difficile evidenziabilità. Gli
elementi che abbiamo raccolto ci hanno permesso di stabilire che il cuore
dei pazienti affetti da Sclerodermia può essere affetto da segni di
compromissione evidenziabili molto precocemente con lo studio della riserva
coronaria e con l’analisi del miocardio in RNM.
Ambedue gli approcci sono ancora poco utilizzati nella routine clinica
per cui riteniamo utile un’estensione dello studio a casistiche più ampie
e la dotazione dei centri della strumentazione necessaria.
Un secondo aspetto oggetto dei nostri studi è il sistema gastrointestinale.
Il tratto gastro-intestinale rappresenta, dopo la cute, il secondo più
frequente bersaglio della Sclerosi Sistemica (SSc). La disfunzione del
tratto gastroenterico è comune sia nella forma diffusa sia in quella
localizzata di SSc.
L’interessamento gastro-enterico in corso di SSc è caratterizzato da
alterazioni funzionali,determinate dal danno neurale che rappresenta
l’evento patogenetico più precoce, e da anomalie morfologiche, che si
realizzano tardivamente e sono dovute all’atrofia della muscolatura liscia
e alla fibrosi della sottomucosa.
La conseguenza dell’alterazione funzionale consiste in una ridotta motilità
che può determinare, a seconda del livello coinvolto, malattia da reflusso
gastro-esofageo, gastroparesi, contaminazione batterica dell’intestino
tenue, rallentato transito del colon e disfunzione ano-rettale con
incontinenza fecale. Le anomalie morfologiche consistono in esofagite da
reflusso, esofago di Barrett, ectasie vascolari dell’antro gastrico,
diverticolosi, rettocele e prolasso rettale.Il coinvolgimento dell’esofago
può essere valutato mediante la pH-metria e la manometria che permettono di
rivelare un interessamento molto precoce anche inpazienti asintomatici.I
tipici sintomi riferibili a interessamento esofageo in corso di SSc sono la
pirosiretrosternale e la disfagia ma sono possibili anche manifestazioni
extraesofagee come raucedine e tosse fino potenzialmente all’asma
bronchiale e alla fibrosi polmonare.
Alcuni studi infatti mettono in luce come la presenza di reflusso
gastro-esofageo possa correlare all’insorgenza di malattia polmonare
interstiziale.
Allo scopo di studiare tale associazione, un gruppo di pazienti
sclerodermici è stato valutato mediante HRCT del polmone e
pH-impedenzometria esofagea: i risultati ottenuti mostrano che esiste una
correlazione tra il grado di fibrosi polmonare (valutato mediante HRCT-score
validati) e il numero di episodi di reflusso a carico dell’esofago distale
e di quelli che raggiungono l’esofago prossimale. In conclusione, i
pazienti affetti da SSc con malattia interstiziale polmonare hanno un grado
di reflusso più severo. L’interessamento a carico dell’intestino tenue,
benché clinicamente più subdolo, è in realtà molto frequente nei
soggetti sclerodermici. Per valutare tale interessamento è stato realizzato
uno studio che considera due parametri, il tempo di transito oro-ciecale (OCTT)
e la presenza di overgrowth batterico nell’intestino tenue (SIBO), in un
gruppo di pazienti sclerodermici e in un gruppo di controllo. Tale studio ha
evidenziato come la SIBO sia più frequente nel paziente sclerodermico
rispetto al controllo sano e come il OCTT sia signifi cativamente ritardato
nel gruppo di pazienti sclerodermici suggerendo un’alterazione della
motilità intestinale che rappresenta a sua volta un fattore di rischio per
lo sviluppo di SIBO.